Recita la pubblicità: “dai vegetali arriva la prima bottiglia eco-sostenibile realizzata senza usare una goccia di petrolio. Dopo il consumo si degrada completamente in 80 giorni nei siti di compostaggio industriale. E a casa tua la conservi come le bottiglie di plastica tradizionale”.
Sembra realmente una buona idea e una buona soluzione di packaging innovativo.
Ma, a mio avviso e per quello che ho colto sul tema, occorre comunicarlo di più e meglio.
Mi dicono che la bottiglia costi qualcosa di più. Questo dovrebbe essere detto e sottolineato. La gente è pronta a pagare un qualcosa in più per idee sostenibili: fino al 10% dicono le ultime ricerche.
Occorre però motivare con forza e attenzione il perché della scelta, e non solo con una campagna stampa. Bisognerebbe farlo, ad esempio, sui punti di vendita – come suggeriva un grande retailer che lamentava poche vendite su questo prodotto.
Anche nella pubblicità comparativa di Sant’Anna si perde il senso del costo in più. Non è citato. Mentre sono citati residui fissi, sodio, altezza sorgente, durezza, nitrati e neonati.
Nella sostenibilità occorre trasparenza su tutto.
Anche sugli elementi negativi. Possono divenire positivi.
Dopo due giorni o tre la bottiglietta è nauseante e si porta dietro l’odore anche se l’acqua viene versata in un bicchiere. Quindi: o la si trangugia subito o la si deve buttare.